Il Complesso Monumentale di San Francesco
CENNI STORICI
Il complesso monumentale di San Francesco, conosciuto anche come San Francesco alla Villa o come San Francesco delle Monache, costituisce ancora oggi uno dei monumenti più insigni della città di Aversa nonostante abbia subito modifiche e spoliazioni. Esso infatti conseguenze testimonianze stilistiche che documentano l'opera in continuo aggiornamento durante i sette secoli della sua storia. La zona in cui sarebbero sorti la chiesa e monastero, in età antica detta Borgo dei Pescatori dall'attività di coloro che vivevano sulle sponde del fiume cranio che all'epoca attraversava il territorio, fu puoi chiamata S. Andrea fuori le mura fino a quando l'ampliamento della cinta muraria, bontà da Ruggiero II, la inglobò nella città.
LA CHIESA DI SAN FRANCESCO DI AVERSA
Il pronao a pianta quadrata, forse facente parte della primitiva chiesetta, presenta arcate a tutto sesto e volte a scodella. La porta di ingresso in legno lavorato ha dei bei pannelli raffiguranti San Francesco e Santa Chiara intagliati. La chiesa ha un'unica navata e sei altari di marmo. La cupola ha un lanternino a croce mentre la volta è ornata di stucchi senza doratura, eccetto la parte dell'abside. L'altare maggiore si caratterizza non solo per i marmi preziosi a fiorame finemente lavorato ma anche per la porticina d'argento del tabernacolo, sovrastata dal baldacchino dorato e impreziosito di lapislazzuli e agate. Nelle piccole nicchie laterali troviamo due statuette di San Francesco e Santa Chiara e due sulla piccola balaustra di San Pietro e San Paolo (ora custodite nel Coro inferiore). La chiesa di stile barocco fu consacrata dal Vescovo Niccolò Spinelli il 3 giugno 1753. L'intervento barocco si deve a Cosimo Fanzago, lo stesso che progettò la chiesa di San Martino a Napoli. L'altare è reso maestoso da due colonne in rosso veneziano, tra le quali c'è la famosa tela dell'estasi di San Francesco che riceve le stimmate sul Monte Verna, firmata dall'artista valenzano Jusepe de Ribera (1649) detto lo Spagnoletto. La tela oggi ha perduto lo splendore iniziale per i restauri e i ritocchi avuti nel tempo.
La storia religiosa e artistica di Aversa, città normanna fondata nel 1030, fu profondamente segnata dalla presenza di monasteri e conventi sia maschili che femminili. Francescani, Benedettini, Agostiniani, Domenicani.
È detta "la città delle cento chiese" e ne sono testimoni le tante cupole e tanti campanili.
L'elemento religioso nel corso dei secoli ha soppiantato lo spirito guerriero dei Normanni. Feudalesimo e monachesimo prevalsero fino a Carlo III di Borbone, quando cominciò il declino.
Le Clarisse di San Francesco obbedienti alla povertà perpetua, "pietra angolare dell'edificio francescano", ebbero origine e impulso ad Aversa grazie alle pie donne Artrude e Margherita, rispettivamente madre e moglie di Riccardo Rebursa decapitato in Piazza del Mercato a Napoli perché fautore degli Svevi contro gli Angioini. Risparmiate alla vendetta dei vincitori, esse si ritirarono nella preghiera nella loro proprietà dove tra il 1230 e il 1235 sorgerà il Monastero delle Clarisse, vivente Santa Chiara.
Il complesso monumentale deve la sua origine grazie alla felice combinazione tra la fede dei Rebursa e l'impulso di Giovanni IV Lamberto, Vescovo di Aversa dal 1219 al 1234, amico personale di San Francesco e protettore dei Conventuali di Napoli.